Meditare per dimenticare una persona, un ex
La domanda è questa: “Vedo che, benché la meditazione mi aiuti a restare più tranquillo, non riesco a dimenticare la mia ex, che mi torna sempre in mente. Come posso meditare per dimenticare una persona?”
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Contenuti
L’approccio giusto per risolvere il problema
Il mio consiglio non è quello di meditare per dimenticare una persona: è come se ti dicessi di non pensare a un elefante rosa, cosa faresti? Tu nemmeno ci pensavi a un elefante rosa.
Fare a braccio di ferro, avere una negazione, focalizzarsi su qualcosa, alimenta quella cosa; esattamente come nell’esempio dell’elefante rosa: non esisteva, ma lo alimenti nella tua testa nel momento stesso in cui ti dico di non pensarci.
Evidentemente, questa persona è presente nel tuo cuore e ha degli effetti su di te, e questo ti fa soffrire, e immagino che tu non voglia soffrire.
La meditazione è un grande aiuto, è di grande sostegno quando si ha una sofferenza per non identificarci con quella sofferenza, per smettere di farci a braccio di ferro.
Però lo scopo non è quello di eliminare dalla tua mente quella persona, ma di andare alla radice del pensiero di quella sofferenza che quella persona crea; probabilmente, un senso di abbandono, un desiderio…
C’è tanta roba dietro, e adesso magari qualcosa la vediamo.
Ciascuno ha i suoi motivi per soffrire, e la meditazione ci aiuta a capirli meglio, e quindi a uscire più velocemente da questa cosa.
Ma li capiamo meglio anche perché ci alleggerisce da questo carico di sofferenza immensa che possiamo provare.
Come vedi non sto parlando affatto di cacciare via l’idea di questa persona; ma funzionerà.
datti del tempo
Funziona se ti darai tempo, la prima cosa da capire è questa.
Da un punto di vista psicologico, lasciarsi con una persona equivale a un lutto; non è diverso da un lutto vero e proprio, come nel caso della morte di una persona cara, perché in qualche modo, per te, quella persona non c’è più.
Non c’è più nella dimensione in cui era presente prima, e quindi è un lutto a tutto tondo.
E allora rimuginiamo, pensando alla persona che vorremo ancora accanto, oppure che vorremmo allontanare pur sapendo che la cosa ci farebbe soffrire; non è facile affrancarsi dalle persone care.
Ebbene, per il lutto si dice, in maniera chiara, che il lutto va elaborato.
E quindi c’è bisogno di tempo, almeno due mesi; e questo significa che in certi casi il lutto può durare anche parecchio di più: un anno, due anni o più ancora.
Per quanto riguarda un ex, è quindi indubbio che si tratti di uno stato di sofferenza che si protrae nel tempo.
Cerchiamo di capire bene alcuni aspetti.
l’esercizio per vincere le idealizzazionie
Intanto si tende a idealizzare la persona che non c’è più, a non vederla più per quella che era e a identificarla con i sui aspetti più belli, cancellandone gli aspetti negativi.
Se ti accorgi che c’è molto attaccamento, c’è una cosa che si potrebbe fare – e non ti dico di farlo subito, magari prima medita, io comunque ti do anche questo trucco, se vedi che tendi troppo a idealizzare – ed è questa: prendi un foglio, lo dividi in due, e su ogni riga scrivi un aspetto positivo e uno negativo, ovvero un aspetto che ti piaceva e uno che non ti piaceva.
Non fare una riga solo di cose positive o una solo con le cose negative: ma una e una; questo aiuta a ricordarci di quella persona per quella che è, o che era, a tutto tondo.
E anche a relativizzare, perché non c’è niente di peggio dell’innamorarsi di un ideale, perché l’ideale non corrisponde a nessuno.
Io ricordo una persona che mi piaceva – che poi diventerà la mia compagna – e che aveva idealizzato un altro, ahimè, e io le dicevo: “Vai, vallo a conoscere”; perché non corrispondeva veramente a quella persona: quella persona era un’altra.
Se con la nostra mente idealizziamo siamo nel mondo delle fantasie, se poi hai dei riscontri su quella persona, e la vedi per quella che è, quella persona è tutt’altra.
Magari ha delle qualità che non ci piacciono, ma ce ne dimentichiamo di quelle qualità, perché nel nostro ideale quelle qualità non ci sono.
Quindi, la prima cosa è smettere di idealizzare.
Ma questo non risponde alla domanda sul come faccio ad affrancarmi da questo problema, e quindi: “Come faccio?”
Superare il problema a cuor leggero
Attraversando il problema a cuor leggero.
Meditare ci aiuta, ci aiuta ad osservare i nostri meccanismi e a capire come stiamo nel mondo.
Ci sono due tipi di attaccamento rispetto a una persona di cui siamo innamorati: uno è un attaccamento che potremmo definire “sano” e uno “non sano” (ammesso che l’attaccamento possa essere definito sano).
Forse è successo anche a te, come è successo a me, di soffrire parecchio per una persona che, lì per lì, credevo davvero di amare tanto e poi – col tempo, maturando, distraendomi – in fondo non era vero amore: mi ero preso una cotta, mi ero fissato, ma non era amore vero.
Era davvero convinto di amare tantissimo questa persona, e mi piaceva davvero, ma non era vero amore; era in realtà una forma di attaccamento e di sofferenza, e mi ce ero legato davvero tanto a queste cose.
Spesso diciamo: “Quanto mi soffrire: quindi soffro tanto perché amo tanto”; ma non è vera questa equazione, le cose non stanno così.
“Pensavo fosse amore e invece era un calesse”, diceva il film di Troisi.
Non era vero amore, era altro.
Invece c’erano delle persone che avevo amato e, col tempo, mi sono accorto che sì, era davvero vero amore, queste persone mi sono rimaste nel cuore e ho continuato a volergli estremamente bene; non dico come prima, ma provo comunque un grande affetto.
Ma c’è comunque una differenza tra le due cose: l’attaccamento.
Quando parliamo di amore, parliamo non di una emozione ma di qualcosa di più profondo e diffuso: parliamo di un sentimento.
il vero amore
Il vero amore è incondizionato.
Ma cosa significa, l’avrai gia sentito dire che il vero amore è incondizionato, ma cosa vuol dire davvero?
E, soprattutto, come ti accorgi se stai vivendo un attaccamento sano per una persona, oppure se, al contrario, questo attaccamento non è così sano?
Proprio grazie al concetto di amore incondizionato: l’amore è incondizionato, perché se è condizionato non è amore.
A me è capitato di essere stato molto innamorato di una persona con cui non stavo più e, nel frattempo, però avevo preso una cotta anche per un’altra; non avevo però smesso di amare di amare quella di prima, anche questa mi piaceva tanto, e a un certo punto mi sono ritrovato che non stavo con nessuna delle due ma provavo un grande amore lo stesso.
Alla fine non era un amore orientato necessariamente a una delle due: ero innamorato dell’amore, è bello essere innamorati e io godevo di questo.
Ma non stavo con nessuna delle due, anzi, una di loro stava con un altro.
Ma questo è vero amore: se amo una persona la amo a prescindere a dello che fa.
Se invece io la amo a patto che faccia quello che io voglio che faccia, questo è un amore condizionato, infatti sto ponendo una condizione.
Se io amo qualcuno a patto che anche lei ami me, anche questa è una condizione.
Sono capace di amare è prescindere?
Queste sono domande che ti puoi porre e se ti accorgi che no, tu la ami solo se sta con te, quello che molto probabilmente puoi osservare è brama.
Probabilmente potrai notare che c’è un senso di abbandono, magari legato alla tua infanzia; me è inutile fare dietrologia, il bello della meditazione è che aiuta, intanto ad alleggerire lo stato d’ansia, ma soprattutto a osservare le cose così come sono.
Meditare per stare con le cose come sono
E osservando le cose così come sono – creando quindi uno spazio tra te e questo senso di dolore – ecco che cominci a vedere dei meccanismi, ad accorgerti di certe cose che avvengono dentro di te e ti dici “Ma allora, forse, questa cosa è così e, forse, quest’altra colà”.
Ma non si tratta di un “forse” indagatorio, si tratta di una “Ah ah! Experience” come la chiamano gli inglesi – un “insight”, come si chiamano in psicologia – di un qualcosa che arriva da dentro; ed è da dentro, osservando le cose, che ti accorgi di alcuni meccanismi.
Te ne accorgi osservandoli questi meccanismi, mettendoti in meditazione e non identificandoti con il dolore della separazione, e osservando le cose così come sono.
Magai sei in piena tempesta emotiva per il tuo lutto e non sei subito in grado di renderti conto se “era amore o invece un calesse”, ma non è questo lo scopo, lo scopo è accogliere il fatto che sto attraversando un momento di lutto – che può durare anche a lungo – e nel frattempo lavoro su me stesso e porto a consapevolezza dei miei meccanismi.
Questo ci permette di fare anche un’altra cosa.
Nel corso della tua vita, ti sarà capitato – come a me – di ritrovarti con partner che, magari avevano acconciature o occhi di colore diverso, ma, alla fine i meccanismi che andavi a instaurare con loro erano sempre gli stessi.
Perché?
Perché a noi, in questo mondo, ci ricapitano delle esperienze simili finché non le elaboriamo e le capiamo; finché non cambia qualcosa in noi e, alla fine, ci attireranno altri tipi di persona.
In apparenza quella con un’altra acconciatura ci può sembrare anche caratterialmente diversa dalla partner di prima, però poi, sotto sotto, il meccanismo che si va ad instaurare è lo stesso: perché anche io faccio parte del gioco.
Le esperienze si ripropongono finché non impariamo la lezione: sono lezioni di vita, e queste lezioni le otteniamo dopo che abbiamo realizzato.
Ed ecco che la meditazione, ancora una volta, ci aiuta a realizzare, a capire a tutto tondo quello che sta succedendo; ed ecco perché è importante starci.
Lo scopo non è cacciare via quella persona, anche ammesso che tu ci riesca e faccia “chiodo scaccia chiodo”, il nuovo “chiodo” ti riproporrà lo stesso meccanismo e non risolverai il problema alla radice.
Invece, osservando, comprendendo, dandoti del tempo, portando a consapevolezza, farai maggiormente tesoro di quell’esperienza.
Poi magari si ripropongono ugualmente – io, per dire, sono “di coccio” – però si riproporranno a un livello diverso; saranno simili a prima, ma non saranno proprio identiche-identiche, alcune cose andranno meglio.
E, più porto a consapevolezza alcuni miei meccanismi, e meglio andrà, fino a trovare un partner ideale.
Ed ecco, quindi, che meditare aiuta sicuramente tanto, aiuta ad alleggerirti da questo senso di dolore per la separazione dovuta al lutto, ma… datti del tempo!
E continua a meditare, perché la meditazione può andare a lavorare molto più in profondità di quanto tu possa immaginare.
A dispetto del fatto che tu, magari, mediti solo per cacciare via quel pensiero e, lì per lì, ti può sembrare che non la cosa non funzioni.
Infatti la meditazione funziona in maniera diversa dal voler cacciare via “l’elefante rosa”, che invece alimenti proprio volendolo cacciar via, e più vuoi caccialo via e più ci pensi.
La meditazione sposta completamente il focus, ti permette di attraversare quel momento con più leggerezza e tranquillità, ma te lo fa attraversare ad occhi aperti.
E, attraversandolo ad occhi aperti, porti a consapevolezza dei meccanismi di te, e vai alla radice del problema; e quindi capitalizzi questa esperienza, anche se dolorosa, ma sarà una esperienza che attraverserai e che non dovrai ripetere, o perlomeno non a quel livello.
Magari si riproporrà, però ad un livello più leggero, e magari il prossimo partner sarà più funzionale, anche perché sarai tu ad essere più funzionale.
Spero di aver reso l’idea di come la meditazione può essere di aiuto per risolvere i problemi con i nostri ex.
La meditazione che consiglio (se non la conosci)
Se vuoi approfondire la tecnica di meditazione che ci aiuta a stare con le cose così come sono suggerisco la meditazione Vipassana:
www.meditazionevipassana.it/corso
Claudio, i tuoi articoli sono sempre una bomba!! Questo lo adoro, sembra che mi hai letto nella mente…ne avevo bisogno!
che bello Erika mi fa piacere