Meditazione Terzo Occhio
Esiste una meditazione per attivare il terzo occhio?
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Il terzo occhio è uno dei cosiddetti “Chakra”, quello che gli indiani si disegnano con un puntino colorato sulla fronte e si trova un po’ sopra lo spazio tra gli occhi: è un punto in cui possiamo avere una chiara visione e molte intuizioni; secondo lo Yoga e molte discipline, esiste la possibilità di aprire e attivare questo chakra.
La meditazione per aprire il terzo occhio
Io, personalmente, prediligo le meditazioni più “terra tetta”, più psicologiche, più legate al nostro quotidiano e a come funzioniamo.
Preferisco partire dalle basi, che sono comunque molto profonde e molto avanzate e secondo me sono queste le migliori tecniche meditative: parlo, per esempio, delle tecniche basate sul respiro e della Vipassana, conosciute anche come Mindflulnes;
sono molto utilizzate anche in campo psicologico in quanto non c’è bisogno di andare a scomodare chakra e altre parole indiane dal significato misterioso.
Tuttavia, se ci pensi e anche se sei molto terra terra come me, ci sono state delle volte in cui hai avuto una forza intuitiva molto sviluppata (ci sono certe giornate in cui lo siamo molto:
a volte si può aprire come una forma di energia, una vibrazione, proprio all’altezza del terzo occhio: un’esperienza che probabilmente anche tu hai avuto, senza andare a cercare la conoscenza dei chakra e cose simili.
In realtà, anche molti che praticano forme di meditazione tradizionali come Samatha e Vipassana (clicca qui per saperne di più sulla Vipassana), indicano che è possibile focalizzare quello che avviene dentro di noi come se fosse un enorme schermo interno posto all’altezza della fronte.
Come fare a visualizzare i pensieri e i fenomeni (sviluppando l’intuizione)
Quindi: io chiudo gli occhi, all’inizio mi concentro sul respiro (come si fa, ad esempio, con “La meditazione del calmo dimorare” Samatha, alla base della Vipassana) e quando siamo in uno stato di visione profonda (Vipassana) accogliamo tutto il nostro campo esperienziale e anche i pensieri possono essere visti passare.
Soprattutto se sei una persona di tipo “visivo”, le cui esperienze hanno come canale preferenziale appunto la vista (non tutti lo sono e, se non lo sei, non preoccuparti), anche i pensieri possono assumere una forma visiva e possono essere visti passare sulla fronte.
Ma anche se, come me, hai difficoltà ad avere troppa dimestichezza con le immagini, puoi comunque provare lo stesso, utilizzando la fantasia, a immaginare questi pensieri come nuvole nel cielo e, sebbene non assumano forme immaginifiche, li puoi ugualmente veder passare nel campo della tua esperienza.
Puoi notare che un pensiero ad un certo punto appare, ha un suo sviluppo e ad un certo punto scompare; tutto questo lo possiamo osservare quando siamo concentrati in Vipassana (non sempre ma talvolta ci riusciamo) e li visualizziamo su questo schermo sulla fronte:
questo schermo è un modo per facilitare il nostro campo percettivo sul terzo occhio e, non a caso, è proprio li che possiamo immaginare questo schermo cinematografico.
Ecco quindi che, già meditando tradizionalmente, possiamo favorire lo sviluppo di questa capacità intuitiva focalizzandoci come se avessimo questo schermo interno.
Ci sono quindi anche altre pratiche che puoi fare, ma io sconsiglio di focalizzarci troppo sulla parte alta della colonna dei nostri chakra (tanto per riprendere questo vocabolario); non dico di non farlo, sperimenta pure, ma è meglio non sbilanciarci troppo energeticamente verso l’alto.
A me piace, ed è indicato per chi soffre di ansia, sviluppare la capacità di stare con il resto del corpo e di non andare troppo in alto: rischiamo di andare troppo sul mentale.
Noi occidentali tendiamo ad andare troppo sull’aspetto razionale e, se siamo anche di sesso maschile, tendiamo a sviluppare troppo la mente e i concetti e di non stare con “la pancia”, dove si sviluppa di più la parte emotiva.
L’ideale sarebbe integrare questi due aspetti: razionale ed emotivo; quindi sperimenta pure per vedere com’è questa visione interiore con questo “schermo” all’altezza della fronte ma, allo stesso tempo, non dimenticarti di stare con il corpo e il respiro: di “stare con i piedi per terra.”
Attivate un po’ di più questa capacità può essere comunque d’aiuto (intuizione) ma, come vedi non, ti ho consigliato mosse troppo strane o esoteriche: si tratta semplicemente di osservare cosa succede dentro di noi e di farsi aiutare da questo scorrere di nuvole, immagini e pensieri all’altezza della fronte.
C’è chi cerca l’apertura del terzo occhio e il risveglio delle kundalini senza avere fatto un percorso di consapevolezza prima, io sconsiglio caldamente di attivare queste energie a chi non sa bene cosa sta facendo.
Di contro lo sviluppo della consapevolezza non solo è utile e fondamentale a chi volesse ritrovarsi in apertura del terzo occhio, ma è già di per sè una pratica sufficiente per il risveglio.
apertura terzo occhio: sintomi
Quando ci apriamo al mondo intuitivo signigica che siamo più intuitivi e le cose ci arrivano più chiare intuitivamente -c’è chi chiama questo fenomeno chiarovewgenza vedi wikipedia- che messa così sembra chissà quale “potere” sovrannaturale in realtà tutti noi abbiamo una intelligenza emotiva spesso più affidabile di quella razionale.
Ma il mio invito rimane quello di stare “terra terra” e stare con “quello che c’è” che è quello che ci alleniamo a fare grazie alla meditazione vipassana o mindfulness clicca qui per saperne di più: https://www.meditazionevipassana.it/