Tecniche di meditazione antiche

Un abbonato al Come Meditare Coaching domanda:

Quali sono le tecniche di meditazione antiche?

Allora, la meditazione credo che sia antichissima, probabilmente esiste da che esiste l’uomo. Vedrai comunque che non sarà difficile capire quali tecniche (valide ancora oggi) poteva adoperare l’uomo agli albori dell’umanità..

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Le tecniche più riconoscibili sono probabilmente l’osservazione del respiro.

Il fermarsi è già una meditazione che esiste da quando esiste l’uomo.

Però, dobbiamo distinguere, quelle un po’ più riconoscibili, perché fermarsi e osservarsi è difficile da, come dire, storicizzare,  da riprodurre storicamente, perché è molto apparentemente banale mettersi seduti e contemplare.

Stati alterati di coscienza e meditazione

tecniche di meditazioni anticheQuindi, quelle che invece possiamo riconoscere in modo più marcato sono, per esempio, degli stati di trans derivati, per esempio, dai tamburi.

Sono degli stati alterati di coscienza.

Quindi, se l’uomo che è normalmente in preda ai pensieri vuole trascendere questi pensieri, può recarsi, per esempio, dallo sciamano, e lo sciamano può indurre degli stati di trans con delle sostanze psicotrope, come i funghi Allucinogeni

In Amazzonia, poi, ce ne sono di varia natura, o semplicemente coi tamburi, no?

Già i tamburi, tun tun tun tun, danzando danzando danzando, ovviamente portano poi uno stato di trans, con cui, secondo gli antichi, si entra in contatto in una dimensione che non è più egoica, che in qualche modo ci permette di “contattare gli dei”.

Ecco, secondo queste tradizioni sciamaniche, già questi stati alterati di coscienza sono una forma di meditazione.

Il punto di vista del purista

Io sono un purista della meditazione, quindi ritengo che la meditazione non possa essere ricondotto ad un viaggio in uno stato di trance, anche se lo stato meditativo è uno stato alterato di coscienza.

Diciamo che non associo tutti gli stati alterati di coscienza alla meditazione, ma c’è chi lo fa, e in effetti possiamo anche ricondurre alcune tecniche antiche a questo: l’uso dei tamburi, l’uso di sostanze per produrre uno stato alterato di coscienza, che è una forma magari primordiale e semplice di meditazione, ma che, da un mio punto di vista, non è meditazione. Aiutano ad aprire la coscienza ma possono ridurre la consapevolezza o decisamente alterarla artificialmente.

Riflessioni sul rispetto culturale e la meditazione

Poi vediamo che un po’ tutte le culture hanno un grande rispetto.

Io credo che gli antichi faraoni e alcuni sovrani fossero veramente degli esseri illuminati, o quantomeno, non illuminati nel senso meschino che si usa ultimamente, ma degli esseri che erano veramente in grado di essere centrati, connessi con se stessi e l’universo intero: “una porta col divino”.

Il loro scopo, probabilmente, era far vibrare e ragionare con uno stato di coscienza molto produttivo, molto focalizzato.

Ritengo che la posizione del faraone sia una posizione meditativa, tant’è che si usa ancora oggi come alternativa alle gambe incrociate.

La posizione del faraone è quella, quindi, con piedi a 90°, ginocchia a 90°, busto a 90°, mani appoggiate sui braccioli, e grande focalizzazione.

Ecco, questo è uno stato di meditazione che permetteva probabilmente ai sovrani di prendere le decisioni giuste.

Conclusioni personali sulle tecniche meditative

Dobbiamo anche immaginare che questa storia è molto antica, dove veramente c’era una grande disparità tra chi doveva “campare alla giornata”, che era la gran parte del popolo, e il sovrano, che invece aveva il compito di fare da tramite, di alzare le vibrazioni.

Diciamo che era lui che faceva da connessione con il trascendente.

Poi, secondo me, si è arrivati a delle aberrazioni, per cui questa connessione del sovrano con il trascendente non era più al servizio del popolo, ma era il popolo che era al servizio del sovrano, che era volutamente confuso ed identificato col divino per scopi per niente edificanti ma solo per gestire un potere egoico.

Però, diciamo che da un mio punto di vista ho motivo di credere che potesse nascere da un sincero intento di delegare a chi aveva questa capacità di essere centrato, di prendere le decisioni e di connettersi con gli aspetti più alti della nostra coscienza, e quindi prendere anche delle decisioni più sagge piuttosto che istintive.

Ecco, spero di non dire che la mia è una verità assoluta, è solo una riflessione.

Mi sembra verosimile; avevo letto qua e là delle cose, ma non ricordo più le fonti, quindi non sono in grado di darle per certo.

Però mi sembra una cosa interessante, secondo me è ragionevole e condivisibile, quindi la offro non come verità ma come possibilità, una possibilità su cui riflettere.

Guarda il Video – Tecniche di meditazione antiche

 

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2 risposte

  1. E anche la moderna farmaçologia produce una forma di meditazione come gli antidepressivi e sedativi come Tavor.

    1. beh, non la chiamerei “meditazione” la meditazione è molto più che la produzione di neurotrasmettitori, è consapevolezza..
      Anche per quel che concerne l’uso di psicofarmaci ci sarebbe molto da dire.. è sempre meglio sentire il parere del medico curante.. alcuni, dopo un uso a scalare di psicofarmaci, consigliano la meditazione, ma lungi da me fare sembrare che la meditazione li sostituisca: meglio sempre sentire il parere del proprio medico di fiducia.
      Un mio allievo medico, ha preferito meditare a prendere farmaci, ma stiamo parlando di un medico in grado di valutare bene il suo caso e i pro e contro e farlo con competenza e cognizione di causa. Io non sono un medico e non sto qui per guarire nessuno.

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