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che senso ha la vita se poi moriamo?

Che senso ha la vita se poi si muore? Una riflessione spirituale tra reincarnazione, karma e aldilà

Una domanda che ci tocca tutti

Prima o poi ci siamo passati tutti. Una sera d’inverno, una perdita improvvisa, un momento di silenzio… e quella domanda bussa dentro:

“Ma che senso ha tutto questo se poi, alla fine, moriamo?”

che senso ha la vitaUna domanda difficile, scomoda, che spesso cerchiamo di mettere da parte. E invece, forse, è proprio da lì che parte tutto.

Ma facciamo un passo indietro: se davvero la vita fosse eterna, senza fine, sarebbe meglio? Oppure perderebbe tutto il suo significato?

In fondo, ciò che ci dà urgenza, motivazione, spinta a vivere intensamente è proprio il fatto che il tempo è limitato. Che ogni giornata è un’occasione unica.


E allora forse, il vero problema non è la morte… ma non sapere cosa c’è dopo..

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La morte come chiusura necessaria

La morte fa paura. Eppure, è proprio la morte a dare forma alla vita.
Senza fine, non c’è inizio. Senza una scadenza, non ci sarebbe valore. Immagina di avere a disposizione un’eternità per fare qualsiasi cosa: perché dovresti farla oggi?

La morte diventa allora una soglia, un punto di arrivo. Non un fallimento, ma un passaggio. Un’occasione per tirare le somme, per comprendere come abbiamo vissuto.
Come abbiamo amato, perdonato, imparato.

Per molte tradizioni spirituali – e non solo religiose – è proprio questo il senso: questa vita è una fase, una lezione, un’esperienza da attraversare con coscienza. E alla morte si fa un bilancio, non per giudicare, ma per capire.

La vita come scuola dell’anima

Molti insegnamenti, dalla filosofia orientale alle religioni occidentali, ci parlano della vita come una scuola.
Non sei qui per caso. Non sei vittima di una coincidenza cosmica. Sei qui perché qualcosa dentro di te – la tua anima, il tuo sé superiore – ha scelto questa esperienza.

Alcuni studi sull’ipnosi regressiva parlano proprio di questo. Secondo autori come Brian Weiss o Michael Newton, durante la trance ipnotica profonda molte persone riportano ricordi non solo di vite precedenti, ma anche della fase “tra le vite”, ovvero quell’intervallo in cui l’anima prepara l’incarnazione successiva.

Secondo queste visioni, prima di nascere scegliamo – in parte – le condizioni della nostra vita. Scegliamo le sfide, i rapporti, le esperienze, persino i dolori. Ma non per masochismo: per evolvere. Per imparare.

Vita dopo vita, costruisci un percorso. E questa esistenza, ora, è solo un pezzo del puzzle.

Karma, sfide e condizionamenti mentali

Senza disturbare l’aldilà hai mai avuto la sensazione che in questa stessa vita certi problemi si ripetano sempre? Che certe paure ti inseguano? Che tu sia bloccato in schemi da cui è difficile uscire?
Ecco, secondo la visione karmica, tutto questo ha un senso.

Il karma non è una punizione. Non è una legge punitiva. È semplicemente la conseguenza delle azioni, dei pensieri, delle intenzioni. È la memoria energetica che ci portiamo porti dietro e che influenza la tua realtà attuale.


Superare quei nodi, quei blocchi, quei dolori… è la tua missione. Ed è anche il tuo potere.

Ogni vita ci mette davanti nuove prove, o vecchie prove sotto nuove forme. E non è un caso se nasci in una certa famiglia, in un certo corpo, in un certo periodo storico.


La vera libertà? Sta nel diventare consapevole di tutto questo e scegliere di non subirlo più.

Le testimonianze tra ipnosi e spiritualità

Tornando agli studi sull’anima, Brian Weiss – psichiatra americano – ha iniziato quasi per caso a esplorare il tema delle vite precedenti, ipnotizzando pazienti che ricordavano eventi mai vissuti in questa vita.


Michael Newton ha invece portato avanti un lavoro ancora più radicale: ha raccolto testimonianze sulla vita tra le vite, descritta come uno spazio di luce, amore, revisione, e pianificazione.

Molti racconti parlano di guide spirituali, di “stanze” dove si rivedono le vite passate, di anime che si scelgono tra loro per aiutarsi nelle incarnazioni.


Sono racconti simili in culture diverse, da persone che non si conoscono tra loro. Coincidenze? Suggestioni? Può essere. Ma anche no.

E se tutto questo fosse vero, anche solo in parte, la morte cambierebbe significato. Non fine, ma transizione. Non sconfitta, ma ritorno.

Una ricerca che è solo tua

Ovviamente non si tratta di credere a tutto questo ciecamente. Anzi, l’invito è l’opposto: non credere a nessuno. Cerca, leggi, medita, ascolta. Fatti la tua idea.


Prendi un libro di Brian Weiss, guarda un documentario sulle NDE (esperienze di premorte), fai tu stesso una esperienza di ipnosi.

Se esiste un aldilà, vieni da lì, in te ci sono già queste informazioni da qualche parte..

La verità non è una dottrina, ma un sentire. E nessuno può fartelo al posto tuo.

La vita come grande opportunità

Quando inizi a vedere la vita come una scuola, anche la sofferenza cambia forma.
Non è più un errore da evitare, ma un maestro. Una spinta a guardarti dentro. A evolvere.

Ogni ostacolo diventa allora un’occasione per scegliere. Per crescere. Per liberarti da ciò che non sei.
Questa vita – con tutte le sue difficoltà – è una benedizione travestita. È una possibilità unica di cambiamento.

Essere incarnati in un corpo umano, con consapevolezza, è qualcosa di raro e potente. Non dobbiamo sprecarlo.

A me ricordare che c’è una fine ed un dopo è di grande aiuto per valorizzare ogni istante di questa vita e credo che possa essere così anche per te

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2 risposte

  1. Sono pienamente d’accordo, la vita terrena serve per l’evoluzione dell’ anima altrimenti non avrebbe senso vivere per poi ” morire “. Tra l’altro aggiungo che noi umani,ma per fortuna non tutti , concentriamo la nostra attenzione su poche e stupide cose dedicando poco tempo al prossimo.

    1. che belle parole, grazie per ricordare quando tendiamo ad essere presi dalle nostre piccole cose egoice dimentichi troppo spesso di amare il prossimo, verissimo, anche per me

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