tante letture sulla Vipassana.. e un po’ di confusione..

Oggi grazie a dei dubbi raccolti da due amici di comemeditare.it superiamo le complessità e le contraddizioni comuni nella comprensione della Vipassana che possono sorgere leggendo i libri che ne parlano, offrendo una visione chiara e pratica

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Hai mai sentito parlare della Vipassana ma ti sei perso tra teorie contrastanti? Ti sei mai chiesto come la pratica possa effettivamente influenzare la tua vita quotidiana? Luciano e Angelo, come molti di noi, si sono imbattuti nella complessità della Vipassana attraverso letture che possono risultare contraddittorie fino a confondere più che a chiarire.

Guarda il video – tante letture sulla Vipassana.. e un po’ di confusione..

oppure continua a leggerne la trascrizione sotto:

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Oltre i Libri: Una Guida Pratica alla Vipassana

Unisco due domande: quella di Luciano e quella di Angelo. Entrambi leggono molto sulla materia Vipassana e sentono delle cose che, in qualche modo, dopo un po’, non capiscono bene e ciò causa confusione. Ovviamente, quella di Luciano è un po’ diversa da quella di Angelo, ma ne approfitto per rispondere a entrambi perché una risposta completa l’altra e, poi, perché in qualche modo arrivo alle stesse conclusioni.

Domanda di Luciano: Esigenza di Chiarezza nella Pratica della Vipassana

Quindi, comincio con quella di Luciano. Luciano, per favore, aspetta e poi ascolta anche la risposta di Angelo perché alla fine dico qualcosa a entrambi. Ok, allora intanto cominciamo. Queste risposte possono beneficiare tutti coloro che in qualche modo leggono sulla Vipassana, approfondiscono e poi vedono che ci sono delle contraddizioni e non sanno bene come procedere.

Quindi, ben venga se rientri in questi; qui potresti ritrovare una risposta e una via principale che ti aiuta a non confonderti più rispetto alle tante cose, anche apparentemente contraddittorie, che possono arrivare.

Leggo tanto la domanda di Luciano: “Ciao Claudio, ti seguo da poco e ti faccio i complimenti per il canale. Io tendo a essere molto esigente con me stesso e, quindi, nella meditazione Vipassana cerco di farlo nel modo più completo possibile. Però, spesso mi confondo. L’idea è perché sono solito leggere molti argomenti su questo tema.

Io solitamente inizio con dei respiri profondi per lasciare andare le tensioni, poi mi concentro sulle sensazioni del respiro alle narici o all’addome. Poi procedo con la scansione del corpo per sensazioni piacevoli, spiacevoli e neutre. Accolgo ogni sensazione senza attaccamento e rimango focalizzato sulle sensazioni del respiro del corpo ogni qual volta si presenta un pensiero. Vorrei sapere se questo modo di procedere è giusto e se corrisponde ai vari processi della Vipassana. Grazie.”

Liberare la Mente e Restare Presenti

Allora, tecnicamente quello che fai va bene. Tecnicamente, va tutto bene e puoi procedere così. Non credo, però, che tu debba cercare uno schema fisso di cose da fare, perché la dimensione della vita sana è una dimensione dell’essere, non tanto del fare.

Quando però ci sono momenti di confusione nella Vipassana e ci chiediamo cosa dobbiamo fare, sicuramente il corpo, e in particolar modo il respiro, ci aiutano a riconcentrarci. Quindi, ogni volta che ti chiedi cosa fare, va bene portare l’attenzione al corpo e al respiro, soprattutto all’inizio della pratica. Abbiamo bisogno di focalizzarci e abbiamo bisogno di appoggiarci a un oggetto, come il respiro. Quindi, va benissimo tutto quello che stai facendo.

Attenzione all’Approccio Rigido: Vipassana Come Esperienza dell’Essere

Libri-e-confusione-in-vipassanaTuttavia, se cerchi uno schema di cose da fare, questo schema stesso potrebbe allontanarti dall’esperienza del qui e ora, che è invece quello che cerchiamo di fare nella Vipassana. Cerchiamo di essere presenti nel qui e ora, e per essere presenti nel qui e ora, necessariamente abbiamo bisogno di liberare la mente dai mille pensieri e concetti. Il respiro e la scansione del corpo ci possono aiutare, però ho l’impressione che tu faccia un po’ di tutto, prendendo un po’ da qua e un po’ da là. Va bene, ma attenzione a non pensare che la Vipassana sia solo body scan, o solo il respiro, ecco, o che sia un procedere dall’uno all’altro con un certo schema.

Valutazione delle Sensazioni: La Ricchezza dell’Esperienza Presente

Sapere se ci sono sensazioni piacevoli, spiacevoli o neutre va benissimo, è ottimo e meraviglioso. Già questo ci spinge a essere presenti a quello che succede in te. Se c’è una sensazione, come “sto bene”, “sto male”, se c’è attrazione o repulsione, confusione o ottundimento mentale, tutto questo ti riporta nell’essere e a processare quello che succede nell’essere presente a quell’esperienza che stai vivendo in quel momento. Quindi, va tutto bene, va bene stare con quello che c’è.

Se invece cerchi una scaletta, a volte potrebbe andare bene, a volte no. Ma qui rispondo ad Angelo, che formula qualcosa di più simile e lì c’è la sua risposta, che aiuterà sia lui sia Luciano.

Domanda di Angelo sulla Struttura della Pratica Vipassana

Angelo dice: “Ciao, ho letto molto sulla Vipassana e forse praticato poco, e mi sorge un po’ di confusione riguardo al fatto che alcuni insegnamenti molto importanti e  fanno interminabili elenchi di cose su cui appoggiare la meditazione, tipo i sette fattori di risveglio, se ci sono le condizioni della mente, eccetera eccetera, rendendo la meditazione forse un po’ artificiale.

Ed altre che dicono genericamente di basarsi solo su quello che si sperimenta spontaneamente. Alcuni sottolineano l’importanza della ‘nimitta’, ad esempio, e sembra che senza questo segno mentale la Vipassana non possa neanche iniziare; altri nemmeno lo citano. Io non ho mai sperimentato sono un po’ perplesso.”

Navigare tra Insegnamenti Contraddittori: Confusione in Vipassana

Oltre-la-teoria-con-la-pratica-in-meditazione-vipassanaAllora, ‘nimitta‘ è un termine pali che non mi è chiaro, neanche a me al 100%. È molto… dico onestamente non mi è chiarissimo, non mi è chiaro che cosa intendi con ‘nimitta’, quindi non ne parlo più di tanto. È, però, quello che noto, che questo ‘nimitta’ lo chiami segno mentale, e c’è un’aspettativa.

Ecco, nella Vipassana non stiamo con le aspettative, stiamo con quello che c’è, stiamo con quello che c’è. Quindi, sicuramente è importante aprirci a quello che c’è, che in parte è quello che ti viene detto, poi altri ti dicono di fare altre cose, altre tecniche, e adesso ne parliamo.

Tendenzialmente, però, lo stare in ‘visione profonda’ -e Vipassana, stare significa stare in visione profonda- ci apre a stare con quello che c’è. Tuttavia, la Vipassana è assolutamente la meditazione di consapevolezza per eccellenza. La consapevolezza, la presenza mentale, è quello che là.

Quindi, la mindfulness è quello che noi sviluppiamo con una visione profonda, e proprio la qualità della presenza che ci permette di andare profondamente dentro noi stessi e riguarda l’essere presenti a qualsiasi cosa stiamo attraversando.

Tuttavia, è lì che può nascere un po’ di confusione. Ma se nasce la confusione e c’è un motivo, e vale sia per te che per Luciano, ma te lo dico dopo. Fate un errore e avete bisogno a questo punto di orientarvi da qualche parte, se no vi sentirete confusi. Sicuramente, però, ci arriviamo fra un attimo.

Usare la Confusione come strumento di Consapevolezza

Comunque, Buddha per sviluppare la ‘sati’, la presenza mentale, la consapevolezza, e Sati sta per consapevolezza. In realtà, letteralmente significa attenzione. ‘Sati‘ significa in pali, tradotto letteralmente, ‘attenzione‘.

E quindi, ben venga la mindfulness, intendendo come attenzione a quello che c’è nel qui e ora.

Come si sviluppa ‘sati’? Ecco, Buddha ha fatto un discorso molto chiaro, molto prezioso, che è il ‘Sati Pattana Sutta‘, quindi il discorso sui fondamenti di consapevolezza, detto anche ‘Mahasatipattana Sutta’, quindi ‘Maha Sati Patana Sutta’, grande discorso sui fondamentali di consapevolezza, di cui, tra l’altro, sto facendo un corso.

Un corso di grande approfondimento sulla vipassana, è un corso, ricco, completo e zeppo di meditazioni ed esercizi pratici, tutti estrapolati da questo discorso. Il discorso lo trovi liberamente in giro, ma potrebbe confonderti un pochino, che se cerchi ‘Sati Pattana Sutta’, lo devi trovare, poi presto comunque lo offrirò anch’io.

qui trovi il discorso gratis:
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https://comemeditare.it/corsoavanzato

Nel presentare il corso, offrirò sicuramente gratuitamente il discorso con una mia traduzione. Diciamo che ho messo insieme i pezzi di diverse traduzioni per renderlo il più comprensibile possibile, perché non è sempre chiaro. È possibile che nel leggerlo in giro tu possa sentirti confuso.

Ampia Visione della Consapevolezza e Vipassana

Comunque, ti invito a cercarlo perché ti aiuta a capire che la consapevolezza non è solo Vipassana. Vipassana è un processo, è un punto di arrivo più che un processo, perché il processo lo prepara Samatha, la concentrazione.

Prepara uno stato mentale, quello di Vipassana. Però, la consapevolezza può essere esercitata relativamente, per esempio, al corpo, alle sensazioni, agli stati mentali, ai fenomeni dei sette fattori del risveglio o ai fenomeni dei cinque impedimenti mentali, se c’è un intoppo mentale o no.

Tutte queste cose possono essere osservate; tutte queste cose esercitano, stimolano, creano le basi su cui poggiare la nostra consapevolezza. Perché se noi siamo consapevoli di alcuni aspetti specifici e ci siamo allenati su quegli aspetti specifici, ecco che una visione a 360 gradi farà emergere con più dovizia di dettagli alcuni aspetti.

Sperimentare la Mente e il Corpo: La Consapevolezza in azione

Non se mi sono esercitato a capire se la mia mente è ottusa o è aperta mentre sto in Vipassana, mi accorgo più facilmente se la mia mente è ottusa e aperta. Se mi sono esercitato a sperimentare come il corpo è impermanente, ecco che è più facile notare il processo di un corpo che in questo momento mi sta offrendo un dolore, sapendo che è impermanente e non attaccandomi ad esso.

Adesso, capire che la mente è ottusa e che il solo sperimentare e capire ed essere presenti con consapevolezza nello sperimentare la mente ottusa, sappiamo che va bene. Comunque, quindi non andiamo a cercare una mente aperta là dove è ottusa, ma stiamo con quello che c’è.

Meditazioni Stimolanti per la Presenza Mentale

Questa consapevolezza, però, diciamo che ci sono, quindi, delle meditazioni. Io ho fatto 36 da quel discorso, ho tirato fuori 36 esercizi che possiamo fare per stimolare quella presenza mentale. E quindi, è giusto o sbagliato? Alcuni maestri dicono di fare questo, altri dicono di fare quell’altro. È tutto giusto.

Non è che qualcuno ha detto delle cose giuste e qualcuno ha detto delle cose sbagliate. Chi dice di focalizzarsi sui sette fattori del risveglio sa cosa dice. Chi dice di stare con le sensazioni a 360 gradi senza necessariamente focalizzarsi su un aspetto sa cosa dice. Il punto è tu chi segui, perché vale anche per Luciano.

Se leggete un po’ a destra e manca, va bene, ma è importante avere un maestro, è importante avere una persona di riferimento principale, che sarà il vostro maestro di riferimento principale, la vostra autostrada.

Il Viaggio Spirituale: Autostrade e Percorsi Secondari

Poi, la conoscenza di un luogo ti permette di uscire dall’autostrada, andare a visitare un paesino, conoscerlo, sperimentare. A quel punto in quel paese ci saranno delle regole dettate da quell’insegnante che c’è in quel paesino, che sarà il tuo insegnante di riferimento principale in quel momento. Non è il tuo insegnante principale, ma in quel momento segui le regole che ci sono in quel paesino.

Poi però, sai che a un certo punto torni nella tua autostrada, e il tuo percorso è delineato, cioè in un mezzo principale che ti porta da un punto all’altro e ogni deriva da quel maestro.

Guida e Chiarezza: Importanza di un Maestro di Riferimento

Quindi, ogni informazione aggiuntiva diventa parte del corredo, si aggiunge, però se c’è confusione, hai un punto di riferimento, qualcuno a cui chiedere che ti dice: “Ok, adesso questa parte e lasciala stare e la farai dopo,” oppure ti dice: “Ok, quello significa quello che stai facendo prima, hai capito, però messo in un’altra parola.”

Insomma, ti aiuta un pochino a non confonderti, perché ti confondi perché mescoli le pere con le mele e non capisci più se si parla di pere o di mele. E quando si parla di pere, si parla di pere; quando si parla di mele, si parla di mele. È molto semplice. E ogni tanto si parla di frutta mista. Certo, se non hai un maestro che ti aiuta a fare esperienza, diventa un problema.

Quindi, se ce l’hai, io ti invito a porre queste domande al tuo maestro. Se non ce l’hai, io ti invito a cercarti un maestro di riferimento principale, un maestro a cui ricorrere ogni qualvolta tutte queste informazioni non trovano un loro spazio logico. Però, ripeto, da un punto di vista tecnico, va bene tutto quello che ti hanno detto, va bene tutto in riassunto, ma stiamo con quello che c’è, più o meno a 360 gradi.

Varie Tecniche di Meditazione: Diversità di Approcci

Ma talvolta può essere molto utile fare Samatha, focalizzarci solo sul respiro e non fare altro. Certe volte può essere molto utile fare un po’ di scanning, certe altre volte può essere molto utile un body scan, concentrandoci sulle sensazioni o percependo gli organi all’interno del corpo, la pelle, le varie parti del corpo, perché già sono tecniche diverse: una riguarda il corpo, non le sensazioni.

Nel Sati Pattana Sutta, gli oggetti di osservazione si dividono in quattro gruppi fondamentali. Alcuni hanno più tecniche di riferimento: una al corpo, poi nelle sensazioni, una è riguarda la mente, e l’ultima riguarda i fenomeni, il dhamma, Dharma, o le nozioni buddiste, diciamo così. Però, le nozioni buddiste si basano sulla realtà delle cose così come sono, sulla legge di natura. “Dhamma” significa legge di natura e quindi è riscontrabile nella realtà, come presenti i sette fattori di risveglio e il body scan. E io lo posso fare rispetto al corpo o rispetto alle sensazioni, e già cambia, quindi come vedi, c’è tanta roba, si possono dire tante cose, ma è importante che tu conduca la tua pratica con serenità.

Consigli Pratici: Chiedere Guida e Avere Chiarezza

Se ti senti confuso e fai questo genere di domande, e vale sia per Angelo che per Luciano o per chiunque si ritrovi che ha approfondito tanto, ma alla fine non ha un punto di riferimento principale, trovarsi un punto di riferimento principale è sicuramente consigliabile.

Io ci sono ed opero online, se guardi nella tua città, se c’è un insegnante specifico, c’è il monastero. Ovviamente, io invito a fare riferimento soprattutto ai monaci perché i monaci hanno un’esperienza, un bagaglio di conoscenza, un modo di portare questa conoscenza alla pratica che soltanto chi ha praticato così tanto come un monaco riesce a fare. E c’è Santacittarama, che è un monastero importante di riferimento dove poter trovare dei maestri. Siamo anche fortunati che in Italia abbiamo degli insegnanti di questo calibro.

Per esempio, una tradizione che comincia a essere abbastanza diffusa è quella di Goenka. Però, S.N. Goenka è morto e molti fanno riferimento a lui, che era un laico che aveva imparato da U Ba Khin, che era un laico anche lui, che a sua volta aveva imparato non so se da un altro laico o da un monaco. Noi abbiamo dei monaci a cui fare riferimento direttamente, ben venga.

Io ho imparato da un ex-monaco, Thanavaro, anche lui un ottimo insegnante a cui può far riferimento, anche se non è più monaco. Sicuramente ha, anzi, per me ha un valore aggiunto dal mio punto di vista perché non è più solo dottrinale ma conosce per esperienza diretta tutte le dottrine, ne ha aggiunte anche altre, le ha integrate con altre. A me piace questo aspetto.

Ci sono dei laici, come Corrado Pensa e sua moglie, meravigliosi, ci sono tanti tanti maestri. Trovane uno, trova quello che sia il tuo punto di riferimento principale, in modo tale da poter dare senso a tutte le cose che apprendi, a tutte le letture che fai e dare un’ordinata, un senso pratico a tutte queste cose.

Bene, non mi resta altro che salutare.

Che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici.

 

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