tante letture sulla Vipassana.. e un po’ di confusione..
Oggi grazie a dei dubbi raccolti da due amici di comemeditare.it superiamo le complessità e le contraddizioni comuni nella comprensione della Vipassana che possono sorgere leggendo i libri che ne parlano, offrendo una visione chiara e pratica
Contenuti
- Guarda il video – tante letture sulla Vipassana.. e un po’ di confusione..
- Domanda di Luciano: Esigenza di Chiarezza nella Pratica della Vipassana
- Liberare la Mente e Restare Presenti
- Attenzione all’Approccio Rigido: Vipassana Come Esperienza dell’Essere
- Domanda di Angelo sulla Struttura della Pratica Vipassana
- Usare la Confusione come strumento di Consapevolezza
- Il Viaggio Spirituale: Autostrade e Percorsi Secondari
- Consigli Pratici: Chiedere Guida e Avere Chiarezza
Scopri:
- Differenze di Interpretazione nella Vipassana
- Confusione nella Lettura vs Chiarezza nella Pratica
- L’Importanza dell’Attenzione nel Presente
- Tecniche di Meditazione: Respirazione, Scansione Corporea e il Satipatthana
- La Meditazione come Stato di Profonda Visione
- Sati: La Consapevolezza Mentale nella Vipassana
- L’Approccio Sperimentale alla Meditazione
- I Fondamenti della Vipassana secondo il Satipatthana Sutta
- I Sette Fattori dell’Illuminazione e gli Impedimenti Mentali
- La Ricerca della Serenità e Guida Spirituale nella Pratica
- La Guida di un Maestro: Navigare la Vipassana
- Orientarsi nella Vipassana: Consigli e Guida
Hai mai sentito parlare della Vipassana ma ti sei perso tra teorie contrastanti? Ti sei mai chiesto come la pratica possa effettivamente influenzare la tua vita quotidiana? Luciano e Angelo, come molti di noi, si sono imbattuti nella complessità della Vipassana attraverso letture che possono risultare contraddittorie fino a confondere più che a chiarire.
Guarda il video – tante letture sulla Vipassana.. e un po’ di confusione..
oppure continua a leggerne la trascrizione sotto:
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Oltre i Libri: Una Guida Pratica alla Vipassana
Unisco due domande: quella di Luciano e quella di Angelo. Entrambi leggono molto sulla materia Vipassana e sentono delle cose che, in qualche modo, dopo un po’, non capiscono bene e ciò causa confusione. Ovviamente, quella di Luciano è un po’ diversa da quella di Angelo, ma ne approfitto per rispondere a entrambi perché una risposta completa l’altra e, poi, perché in qualche modo arrivo alle stesse conclusioni.
Domanda di Luciano: Esigenza di Chiarezza nella Pratica della Vipassana
Quindi, comincio con quella di Luciano. Luciano, per favore, aspetta e poi ascolta anche la risposta di Angelo perché alla fine dico qualcosa a entrambi. Ok, allora intanto cominciamo. Queste risposte possono beneficiare tutti coloro che in qualche modo leggono sulla Vipassana, approfondiscono e poi vedono che ci sono delle contraddizioni e non sanno bene come procedere.
Quindi, ben venga se rientri in questi; qui potresti ritrovare una risposta e una via principale che ti aiuta a non confonderti più rispetto alle tante cose, anche apparentemente contraddittorie, che possono arrivare.
Leggo tanto la domanda di Luciano: “Ciao Claudio, ti seguo da poco e ti faccio i complimenti per il canale. Io tendo a essere molto esigente con me stesso e, quindi, nella meditazione Vipassana cerco di farlo nel modo più completo possibile. Però, spesso mi confondo. L’idea è perché sono solito leggere molti argomenti su questo tema.
Io solitamente inizio con dei respiri profondi per lasciare andare le tensioni, poi mi concentro sulle sensazioni del respiro alle narici o all’addome. Poi procedo con la scansione del corpo per sensazioni piacevoli, spiacevoli e neutre. Accolgo ogni sensazione senza attaccamento e rimango focalizzato sulle sensazioni del respiro del corpo ogni qual volta si presenta un pensiero. Vorrei sapere se questo modo di procedere è giusto e se corrisponde ai vari processi della Vipassana. Grazie.”
Liberare la Mente e Restare Presenti
Allora, tecnicamente quello che fai va bene. Tecnicamente, va tutto bene e puoi procedere così. Non credo, però, che tu debba cercare uno schema fisso di cose da fare, perché la dimensione della vita sana è una dimensione dell’essere, non tanto del fare.
Quando però ci sono momenti di confusione nella Vipassana e ci chiediamo cosa dobbiamo fare, sicuramente il corpo, e in particolar modo il respiro, ci aiutano a riconcentrarci. Quindi, ogni volta che ti chiedi cosa fare, va bene portare l’attenzione al corpo e al respiro, soprattutto all’inizio della pratica. Abbiamo bisogno di focalizzarci e abbiamo bisogno di appoggiarci a un oggetto, come il respiro. Quindi, va benissimo tutto quello che stai facendo.
Attenzione all’Approccio Rigido: Vipassana Come Esperienza dell’Essere
Tuttavia, se cerchi uno schema di cose da fare, questo schema stesso potrebbe allontanarti dall’esperienza del qui e ora, che è invece quello che cerchiamo di fare nella Vipassana. Cerchiamo di essere presenti nel qui e ora, e per essere presenti nel qui e ora, necessariamente abbiamo bisogno di liberare la mente dai mille pensieri e concetti. Il respiro e la scansione del corpo ci possono aiutare, però ho l’impressione che tu faccia un po’ di tutto, prendendo un po’ da qua e un po’ da là. Va bene, ma attenzione a non pensare che la Vipassana sia solo body scan, o solo il respiro, ecco, o che sia un procedere dall’uno all’altro con un certo schema.
Valutazione delle Sensazioni: La Ricchezza dell’Esperienza Presente
Sapere se ci sono sensazioni piacevoli, spiacevoli o neutre va benissimo, è ottimo e meraviglioso. Già questo ci spinge a essere presenti a quello che succede in te. Se c’è una sensazione, come “sto bene”, “sto male”, se c’è attrazione o repulsione, confusione o ottundimento mentale, tutto questo ti riporta nell’essere e a processare quello che succede nell’essere presente a quell’esperienza che stai vivendo in quel momento. Quindi, va tutto bene, va bene stare con quello che c’è.
Se invece cerchi una scaletta, a volte potrebbe andare bene, a volte no. Ma qui rispondo ad Angelo, che formula qualcosa di più simile e lì c’è la sua risposta, che aiuterà sia lui sia Luciano.
Domanda di Angelo sulla Struttura della Pratica Vipassana
Angelo dice: “Ciao, ho letto molto sulla Vipassana e forse praticato poco, e mi sorge un po’ di confusione riguardo al fatto che alcuni insegnamenti molto importanti e fanno interminabili elenchi di cose su cui appoggiare la meditazione, tipo i sette fattori di risveglio, se ci sono le condizioni della mente, eccetera eccetera, rendendo la meditazione forse un po’ artificiale.
Ed altre che dicono genericamente di basarsi solo su quello che si sperimenta spontaneamente. Alcuni sottolineano l’importanza della ‘nimitta’, ad esempio, e sembra che senza questo segno mentale la Vipassana non possa neanche iniziare; altri nemmeno lo citano. Io non ho mai sperimentato sono un po’ perplesso.”
Allora, ‘nimitta‘ è un termine pali che non mi è chiaro, neanche a me al 100%. È molto… dico onestamente non mi è chiarissimo, non mi è chiaro che cosa intendi con ‘nimitta’, quindi non ne parlo più di tanto. È, però, quello che noto, che questo ‘nimitta’ lo chiami segno mentale, e c’è un’aspettativa.
Ecco, nella Vipassana non stiamo con le aspettative, stiamo con quello che c’è, stiamo con quello che c’è. Quindi, sicuramente è importante aprirci a quello che c’è, che in parte è quello che ti viene detto, poi altri ti dicono di fare altre cose, altre tecniche, e adesso ne parliamo.
Tendenzialmente, però, lo stare in ‘visione profonda’ -e Vipassana, stare significa stare in visione profonda- ci apre a stare con quello che c’è. Tuttavia, la Vipassana è assolutamente la meditazione di consapevolezza per eccellenza. La consapevolezza, la presenza mentale, è quello che là.
Quindi, la mindfulness è quello che noi sviluppiamo con una visione profonda, e proprio la qualità della presenza che ci permette di andare profondamente dentro noi stessi e riguarda l’essere presenti a qualsiasi cosa stiamo attraversando.
Tuttavia, è lì che può nascere un po’ di confusione. Ma se nasce la confusione e c’è un motivo, e vale sia per te che per Luciano, ma te lo dico dopo. Fate un errore e avete bisogno a questo punto di orientarvi da qualche parte, se no vi sentirete confusi. Sicuramente, però, ci arriviamo fra un attimo.
Usare la Confusione come strumento di Consapevolezza
Comunque, Buddha per sviluppare la ‘sati’, la presenza mentale, la consapevolezza, e Sati sta per consapevolezza. In realtà, letteralmente significa attenzione. ‘Sati‘ significa in pali, tradotto letteralmente, ‘attenzione‘.
E quindi, ben venga la mindfulness, intendendo come attenzione a quello che c’è nel qui e ora.
Come si sviluppa ‘sati’? Ecco, Buddha ha fatto un discorso molto chiaro, molto prezioso, che è il ‘Sati Pattana Sutta‘, quindi il discorso sui fondamenti di consapevolezza, detto anche ‘Mahasatipattana Sutta’, quindi ‘Maha Sati Patana Sutta’, grande discorso sui fondamentali di consapevolezza, di cui, tra l’altro, sto facendo un corso.
Un corso di grande approfondimento sulla vipassana, è un corso, ricco, completo e zeppo di meditazioni ed esercizi pratici, tutti estrapolati da questo discorso. Il discorso lo trovi liberamente in giro, ma potrebbe confonderti un pochino, che se cerchi ‘Sati Pattana Sutta’, lo devi trovare, poi presto comunque lo offrirò anch’io.
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