Meditazione in Movimento
Come fare la meditazione in movimento, quali tecniche esistono e come spiegare la meditazione camminata
Questa la domanda di un amico..
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Nella meditazione in movimento, il punto di riferimento principale è proprio la meditazione camminata: Buddha diceva che noi possiamo meditare da seduti, da sdraiati, in piedi e in movimento (insomma: sempre!): l’atto di presenza è sempre a portata di mano di chiunque e in qualunque momento.
meditazione in movimento: la meditazione camminata
La meditazione camminata è senz’altro un’ottima pratica in movimento, come spiegarla a qualcuno che non l’ha mai fatta?
Ti metti in piedi, invece di meditare osservando il respiro quello che vai a notare sono le sensazioni a livello dei piedi e delle gambe; e cominci, con molta lentezza, a mettere avanti un piede:
tocchi il suolo, lo senti e, molto lentamente, porti avanti l’altro piede: tocchi il suolo, lo senti;
il tutto va fatto con una grande focalizzazione su ciascun movimento e sulle sensazioni che ti arrivano dai piedi in generale e dalle gambe in generale: più lo fai lento, soprattutto le prime volte a casa, più questa pratica ti tornerà utile quando stai camminando per andare a prendere l’autobus, per esempio, oppure quando sei in fila alla posta.
Non è un caso il tipico esempio del papà ansioso che cammina su e giù davanti alla sala parto: è dimostrato che il fare “su e giù” a piedi, ovvero il camminare, tranquillizza.
La meditazione camminata è una pratica molto sottovalutata che io, invece, consiglio moltissimo;
anche perchè ti può regalare degli insight, cioè dei lampi di comprensione profonda, che talvolta necessitano proprio di un movimento, di una interazione con il mondo circostante, per poter suscitare dei momenti di consapevolezza.
È molto utile e bello inserire nella pratica meditativa dei momenti di meditazione camminata; io lo faccio spesso in quei giorni in cui la mente vaga tanto, oppure quando decido di intensificare la pratica e meditare tantissimo:
sia per muovermi un attimo e sia per intervallare, facendo un pochino la meditazione da seduto, poi un pochino quella in movimento, poi di nuovo da seduto e così via.
Così è come spiegherei la meditazione camminata a qualcuno che non la conosce, tu però mi chiedevi anche quali altre meditazioni in movimento si possono fare.
Altre tecniche di meditazione in movimento
Quelle che mi vengono più in mente sono il Tai Chi e il Qi Gong: sono delle pratiche in movimento molto lente in cui puoi osservare e focalizzarti sul corpo in movimento, sulla grazia dei movimenti che si possono fare, e puoi anche notare come il movimento può calmarti; utilizzi tutto questo come oggetto di contemplazione, cioè qualcosa di molto simile a quello che facciamo in meditazione quando come oggetto da contemplare utilizziamo il respiro: nella meditazione in movimento, invece, come oggetto contemplativo utilizziamo il movimento stesso.
Oltre a Tai Chi e Qi Gong abbiamo anche lo Yoga: lo Yoga è fatto di asana (le posizioni); un buon insegnante di Yoga ti spiega come fare le asana in modo corretto, ma normalmente ti dice di essere presente, di usare anche i limiti che quella posizione ti suggerisce: magari vedi che sei limitato rispetto a quella posizione, soprattutto all’inizio, e devi esserne consapevole;
la consapevolezza, nelle caratteristiche originarie dello Yoga, è uno dgli aspetti fondamentali e può diventare una meditazione (ovviamente non mi riferisco a quello Yoga utilizzato come forma di ginnastica, perchè ci allontaniamo dalla matrice originale e diventa un’altra cosa: sempre utile e interessante, ma non è più una meditazione in movimento).
Oltre alle pratiche di cui ho parlato in precedenza, ce ne saranno sicuramente anche delle altre: queste sono quelle che conosco, ho praticato, e con cui mi sono trovato bene e assolutamente ti consiglio.
Ma se vuoi conoscere ad esempio la meditazione dinamica di Osho allora clicca qui.
Gli sport estremi
Si potrebbe aprire una parentesi sulle attività sportive, anche estreme e soprattutto a contatto con la natura, che ti obbligano a essere presente a te stesso;
ci allontaniamo però un pò dalla meditazione e può diventare una dipendenza quella di trovare questo tipo di sensazioni: penso per esempio al buttarsi col paracadute, ti da un sensazione di presenza ma la presenza si può trovare lo stesso in altri modi, non c’è per forza bisogno di saltar giù da un aereo.
Stiamo parlando quindi di un’altra forma di presenza che esula un pò dalla meditazione: gli sport estremi possono quindi trasformarsi non tanto in meditazioni in movimento quanto piuttosto in occasioni di presenza, purtroppo però sono spesso avulsi dalla nostra capacità di sviluppare una nostro attitudine quotidiana alla presenza;
non sono quindi delle pratiche meditative, sono piuttosto delle bellissime pratiche sportive che ti danno tanto ma che ci fanno allontanare da quanto ci prefiggiamo con la meditazione vera e propria.
Grazie Claudio ,per il tuo modo semplice ed efficace ,nello
stesso tempo , di dare spiegazioni .In questo modo diventa tutto più facile ,
Grazie e un forte abbraccio di gratitudine,
Anna Maria