Problemi in Amore: 2 Amore finito – Tecniche utili

Cosa fare con un amore non corrisposto: seconda parte.

Trovi la Prima parte qui:
https://comemeditare.it/benessere-mentale/sapevi-che/amore-non-corrisposto-cosa-fare/

Questa volta parliamo di cosa fare quando, non solo è un amore non corrisposto, ma c’è stata una storia – una storia presumibilmente lunga – e si sta male, e si ha difficoltà a lasciare andare, a non attaccarsi all’idea o all’immagine di quella persona, anche se non si desidera più starci insieme (oppure se lo si vorrebbe ancora, ma non è proprio possibile).

Una parte della soluzione l’ho già detta in un video precedente, e l’altra parte della soluzione, di cui parlerò in questo video, consiste nel considerare la separazione come un lutto.

clicca qui per andare alla versione video o continua la lettura

Separazione e lutto hanno molto in comune, anzi, la separazione, di fatto, è un vero e proprio lutto: si creano degli attaccamenti.

E visto che mi si chiede proprio come riuscire a superare gli attaccamenti – senza che questi si trasformino in brama e rimanendo nella dimensione dell’amore puro (e l’amore puro – come ho già spiegato in un precedente video e quindi non ci torno – non è brama) – ecco cosa fare.

Cercare di non pensarci: non funziona

meditazioni per cuori infrantiAnzitutto, cecare di non pensarci, non funziona (e di questo ve ne sarete benissimo già accorti o accorte da soli): più vuoi non pensarci e peggio è.

La cosa migliore è quella di accettare che ci sarà un periodo di lutto e di accettazione (e calcola che per i lutti significativi si parla di un periodo non di mesi, ma addirittura di uno o due anni, quindi datti del tempo).

Nel caso in cui la persona in questione sia viva, come in una separazione, ovviamente la cosa è anche più difficile, perché, in qualche modo, potresti avercela quasi “a portata di mano”.

Quindi, la prima cosa, è quella di darsi del tempo: se si tratta di una infatuazione passeggera, prima o poi passa; se si tratta di un lutto, ci vorrà un pochino di più.

Non fare stalking 1: pregi e difetti

Riguardo a cosa fare in concreto, ci sono delle tecniche, e ne suggerisco un paio: riguardano dei modi per avere a che fare con questa persona, dentro di te, e quindi senza stalkerare questa persona.

Una di queste tecniche – ed è quella che, per quanto mi riguarda, trovo più potente – è quella di fare un elenco dei pregi e dei difetti.

Quindi: prendere un foglio di carta, dividerlo in due, e da una parte scrivere i pregi e dall’altra i difetti di quella persona.

Perché, in genere, nella nostra memoria – e a me capita tantissimo – si tende a ricordare le cose belle e a rimuovere le cose brutte; quindi, avere un elenco con i pregi e difetti, aiuta a stare nella realtà, senza esaltare gli uni a dispetto degli altri, né in un senso né nell’altro.

E quindi un bell’elenco di questo genere aiuta a ridimensionare, a deidealizzare, perché è questo che tendiamo a fare rispetto al ricordo di certe persone: via i difetti, e solo i pregi (mi raccomando però, non solo i difetti ma anche i pregi, deve essere una cosa realistica).

Non fare stalking 2: la lettera

Poi, un altro esercizio che si può fare (e che viene utilizzato nei casi di lutto), è quello di scrivere alla persona morta.

Come fai a scrivere una lettera a un morto?

Non gli consegni la lettera.

Come fai a scrivere a una persona con cui non vuoi tornare insieme?

Idem: non gli consegni la lettera.

Come fai a scrivere un lettera a una persona, con cui vorresti anche tornare, ma che non vuoi assillare?

E anche qui, non gliela consegni.

Quindi – esattamente come faresti per un lutto – gli parli, ti sfoghi: ma tutto il tuo sfogo è nella lettera (che magari puoi anche riprendere il giorno dopo, aggiungere delle cose, toglierne altre, farne un’altra da capo).

Quindi, sfogandoti, scarichi la tua energia, e con questa energia entri in contatto – un contatto non fisico, quindi senza stolkerare – con l’altro, creando così una connessione.

E gli dici tutto: le cose belle, le cose brutte, tutto quello che vuoi.

Non fare stalking 3: il diario

Un’altra cosa (che si usa ed è un po’ un insieme delle altre due, e che non consiglio particolarmente, ma che dico per completezza) è quello di tenere un diario, una specie di libro in cui annoti come è stato il rapporto.

Ma questo mi piace di meno, non lo consiglio più di tanto, è un qualcosa che rischia di fare un po’ amarcord (il diario dovrebbe comunque essere obbiettivo, ricordare anche le cose negative, ma personalmente non ci perderei troppo tempo, ne ho parlato solo perché è una tecnica usata anche questa).

La meditazione aiuta

Ma se ci fai caso, quando io invito a meditare, non induco a cancellare un aspetto, ma, al contrario, a consapevolizzarci: su come funzioniamo, su quali sono i nostri meccanismi mentali, e a come anche i nostri pensieri compulsivi possano essere osservati.

E questo crea un punto di vista, quello dell’osservatore, che non nega quello che c’è: non puoi essere consapevole di quello che vuoi ignorare, devi necessariamente osservarlo, per conoscere ed essere davvero consapevole.

Quindi non si tratta assolutamente di negare alcunché, si tratta di osservare la realtà, sviluppando una posizione obbiettiva.

Colui che diviene obbiettivo, riesce a non attaccarsi più, a non avere più quei meccanismi compulsivi della brama, e ad essere più centrato; ma passa attraverso la consapevolezza, e la consapevolezza passa attraverso il prendere atto di quello che c’è, senza affrettarsi a negare qualcosa, e senza esagerare, volendo vedere solo gli aspetti negativi o solo quelli positivi.

Stare con quello che c’è: questo significa meditare.

E per meditare: allenare la mente, prima, a non prestare troppa attenzione ai pensieri, focalizzandosi sul respiro; e poi, aprendosi anche agli eventuali pensieri che dovessero uscire (ma sempre da una posizione centrata, e a quel punto sviluppare anche consapevolezza).

Questo è l’esercizio di Vipassana che tendo a suggerire (ma non entro troppo nei dettagli di come funziona la Vipassana, per quello c’è un corso, e nel caso ti consiglio a farlo se vuoi approfondire).

Quindi, rispetto alla difficoltà del lasciare andare una relazione, questi sono i miei consigli: prenditi del tempo, fai questi esercizi, accogli anche la tua difficoltà, e vedrai che col tempo si supera tutto.

Quale Meditazione ha funzionato benissimo nel mio caso

A me ad un certo punto è capitata anche una difficoltà maggiore rispetto ad altre volte: da separato dovevo comunque rapportarmi con la mia ex perchè avevamo un figlio assieme.

All’inizio c’era molta delusione da parte di entrambi che si era poi trasformata in rabbia. Non è facile rapportarsi a qualcuno con cui si è arrabbiati e che a sua volta lo è con te, ma dovevo farlo.

Cosa è stato fondamentale nel mio caso è la pratica di Benevolenza, chiamata Metta (ne ho fatto un corso chiamato Meditazione della Pace Interiore): Ma ancora più completo e potente è quello che oltre alla benevolenza (metta) include anche la compassione (karuna), la gioia (mudita) e l’equilibrio o equanimità (upekkha) chiamato: corso delle 4 dimore sublimi.

C’è voluto un po’ ma adesso ci capita di uscire in quatto: io, la mi attuale compagna, la madre di mio figlio ed il suo attuale compagno. Mio figlio è viziatissimo e felice con quattro genitori che lo amano nella serenità generale.

Certo non posso dire che è tutto merito “mio”, ma da parte mia per superare certi bracci di ferro e per scardinare certi rancori queste quattro pratiche (specie metta) sono state fondamentali.

Trovi il Corso sulla pratica di Benevolenza (metta) qui:
https://comemeditare.it/metta

Qui trovi il più completo Corso sulle 4 Dimori sublimi (Benevolenza, Compassione, Gioia, Equilibrio):
https://comemeditare.it/4dimore

Guarda il video – Problemi in Amore: 2 Amore finito – Tecniche utili

 

 

 

Una risposta

  1. Pingback: Amore non corrisposto? Cosa fare? - Come Meditare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *