La domanda sulla meditazione per affrontare la malattia
La domanda, questa volta, è questa: “Sto affrontando una malattia importante, c’è, Claudio, una meditazione che mi aiuti a stare nel momento?“
E la cosa “buffa” è che ricevo questa domanda mentre anch’io sono ricoverato in ospedale ad affrontare un momento difficile, come si può vedere dal contesto in cui sto registrando il video-articolo.
Provo a dare subito una risposta e voglio che questo articolo sia il più concreto possibile. Anche se la risposta sarà prevalentemente una meditazione, in realtà ci sono tante tecniche che possiamo usare in queste situazioni, e le vedremo:
alcune per sommi capi, altre entreremo un po’ più nel dettaglio, soprattutto in quello che ci serve, cioè trovare la tecnica che ci aiuti ad affrontare meglio il momento..
clicca qui per andare alla versione video (se disponibile) o continua la lettura
Contenuti
- La domanda sulla meditazione per affrontare la malattia
- La sfida dei pazienti e l’importanza della pazienza
- Le difficoltà mentali e il “come farò?”
- Ritrovare calma e serenità
- La tecnica principale: Samatha Vipassana
- Il potere del respiro nella meditazione
- Vipassana: un passo più avanti
- Tecniche di base per stare con ciò che c’è
- la Meditazione del dolore come via per alleviarlo
- Le Quattro Dimore Sublimi: tecniche avanzate di benessere mentale
- Le Quattro Dimore Sublimi secondo il Buddha
- L’equanimità come accoglienza della vita
- La compassione come pratica meditativa
- Che cos’è la meditazione della compassione
- Gli effetti della compassione sul nostro stato interiore
- Tonglen: una tecnica tibetana di trasformazione
- Tornare alle basi: il respiro e la centratura
- Il momento presente come spazio di vita e opportunità
- Un augurio di felicità universale
- Guarda il Video – meditazione per affrontare la malattia
- Sostieni il Blog e fai una donazione
- Se vuoi saperne di più su come fare i sogni lucidi e partecipare (eventualmente) ad una classe per imparare a farli, clicca qui:
- https://comemeditare.it/sognilucidi
- Trovi la Pratica dell’equanimità o equilibrio (Upekkha) nel corso sulle 4 Dimore Sublimi: https://comemeditare.it/corsi/4dimore-presentazione/
- Trovi il Corso sulla pratica di Benevolenza (metta) qui: https://comemeditare.it/metta
La sfida dei pazienti e l’importanza della pazienza
Effettivamente, questa è una delle maggiori sfide a cui siamo sottoposti come pazienti.
Mi spiego un po’ meglio ed entro anche più nello specifico con un esempio personale, perché poi la vita, con gli esempi personali, è quella che ci rende più concreti, rendendo tangibile qualcosa che altrimenti potrebbe sembrare vago, come una tecnica meditativa.
Cerchiamo di capire meglio. Se ci chiamano “pazienti”, è perché una delle risorse che maggiormente ci vengono richieste quando stiamo affrontando un momento di difficoltà è proprio la pazienza.
Perché succede questo? Ad esempio, nel mio caso, ho subito degli interventi e in questo momento so che non sono in grado neanche di stare sulle mie gambe.
Non so se e quando tornerò a camminare, probabilmente sì, ma non ho certezze. L’unica certezza è che, adesso, non ci riesco.
Le difficoltà mentali e il “come farò?”
La mente umana si pone delle domande: “Come farò? Guiderò la macchina? Dovrò cambiare casa? Camminerò?” E la mente si pone queste domande, che francamente, hanno senso.
“Come farò?” è una domanda che ci poniamo in tutte le malattie. Ma la verità è che non lo sappiamo.
Non sappiamo come sarà il futuro, e questo è sempre stato motivo di ansia.
Stare nelle anticipazioni, nelle fantasie, non ci aiuta a stare nella concretezza dell’adesso. Nell’adesso, “tutto è possibile” e “tutto è bene”. O meglio, si apre il campo di tutte le possibilità.
Anche se, come nel mio caso specifico, in questo momento non riesco a fare certe cose, il fatto che non riesca adesso non significa che non ci riuscirò domani.
Ritrovare calma e serenità
È importante, però, ritrovare calma, pazienza, serenità, quella centratura che ci aiuti ad affrontare un momento difficile.
Perché se ci perdiamo nei pensieri, nelle domande, nelle ansie, quello che emerge è l’ansia, che non è uno strumento utile per affrontare una difficoltà.
La meditazione, in generale, è un ottimo strumento per ritrovare quella centratura, quella serenità, quella base che, inevitabilmente, la vita, soprattutto in questi momenti, può perturbare.
I pensieri possono sorgere, i dubbi, i momenti di scoramento.
Ma se la base è serena e sappiamo come recuperare questa pazienza, questa serenità, questa attitudine di affidamento al momento presente, ritroviamo un’energia e delle risorse mentali, se non fisiche.
La mente, infatti, aumenta lo stress e abbassa le difese immunitarie se è motivo d’ansia. Se invece ci concentriamo nel recuperare serenità, ci diamo più possibilità di guarire.
La tecnica principale: Samatha Vipassana
Come fare? La tecnica principale che consiglio – poi ne vedremo anche altre – è la Samatha Vipassana, ovvero la meditazione di mindfulness, la presenza mentale.
La Vipassana, però, l’ho chiamata “Samatha Vipassana” perché c’è anche questo aspetto di Samatha.
In cosa consiste questa Samatha Vipassana?
La Vipassana è l’attitudine a stare con quello che c’è, ma prima di stare con quello che c’è, abbiamo bisogno di calmare la mente, e questa fase si chiama Samatha. È una fase di preparazione alla Vipassana.
Già questa fase è di grande aiuto. Spesso, questa fase è accompagnata da un oggetto su cui porre la nostra attenzione che ci aiuti a stare nel qui e ora, come il corpo, che ci aiuta a ritrovare il qui e ora, invece di vagare nella mente.
Ritroviamo il corpo, e spesso si usa il respiro. Si può usare anche il dolore stesso o il corpo stesso, ma il respiro, nel 90% dei casi, è di grande aiuto.
Il potere del respiro nella meditazione
Quindi, il respiro non è indispensabile se uno ha problemi di respirazione specifici, ma, in generale, il respiro è molto efficace.
Quando la mente tende a porsi delle domande, cerco di calmare la mente dolcemente, portandola al respiro.
Cerco di unire la mia presenza all’atto del respirare, e quando riesco a concentrarmi su quel preciso momento, do respiro anche all’anima.
Interrompo il chiacchiericcio mentale e recupero almeno quella pace che riesco a trovare nel momento in cui mi concentro sul respiro.
Vipassana: un passo più avanti
Questa tecnica del respiro, che è una delle prime che si impara, è di grandissimo aiuto.
Sono anni che la faccio, e in questi giorni il semplice tornare al respiro è una manna dal cielo.
Infatti, una delle cose che sto dicendo ai miei amici, e lo dico anche a te, è che, nel momento in cui la pazienza è una risorsa che mi viene molto richiesta, il respiro è lo strumento principale che mi aiuta a recuperare questa energia della pazienza e a ritrovare quella base di serenità che mi sta aiutando molto in questo periodo.
Quindi, il respiro è il primo approccio alla presenza mentale. La Vipassana, se la conosci, è un passo più avanti.
Non pretendo che tu faccia il corso di meditazione vipassana, ma il fatto che tu possa già focalizzare l’attenzione sul respiro e meditare sulla calma del respiro è già molto.
La Vipassana è un passettino in più. Da lì si comincia a stare con quello che c’è, qualsiasi cosa emerga, persino i pensieri disturbanti di prima, che, se osservati da una base più serena, attivata grazie all’osservazione del respiro, diventano oggetto di osservazione.
Posso dire: “Guarda la mia mente, come scherza con me, guarda come mi fa agitare.” Prima, avrei reagito con agitazione, perso nei pensieri, ma ora mi accorgo del meccanismo, e questo mi mette in una posizione di osservazione.
La Vipassana, infatti, è la tecnica della visione profonda, che ci aiuta a capire meglio come funzioniamo nel mondo.
Ecco perché la considero una delle tecniche principali per stare con ciò che c’è, per trovare quella base di fiducia e come risposta alla necessita formulata nella domanda di stare nel momento presente.
Ora, ci sono anche altri fattori. Quando uno sta male, ad esempio, il dolore entra in gioco. C’è l’accettazione, ci sono altri fattori che entrano in ballo.
Tecniche di base per stare con ciò che c’è
Ti voglio comunque suggerire anche altre tecniche.
Spero comunque, fino ad adesso, di averti dato degli elementi estremamente concreti per capire come fare.
Quindi: il respiro come base. Ecco, questa è la cosa principale.
Ma se hai intuito anche questo passaggio: dallo “stare al respiro” allo “stare con quello che c’è”, hai già fatto tantissimo.
Quindi, se conosci Vipassanā o la Mindfulness, perfetto. Vai avanti così, perché è un ottimo strumento quotidiano che puoi fare.
Io lo faccio più volte al giorno, soprattutto adesso in ospedale, eh, per ritrovare questa centratura.
la Meditazione del dolore come via per alleviarlo
Il dolore, dicevo, è una delle cose che potrebbe subentrare.
E vabbè, a parte che ci sono gli antidolorifici, eh, ma qualche volta stare… smettere di fare braccio di ferro col dolore e osservare il dolore stesso può essere di aiuto.
Che vuol dire osservare il dolore stesso? Non è sempre facile, eh. Non sempre mi riesce.
Facile a parole, più difficile a farsi.
Ma è comunque possibile.
Ti faccio un esempio di una tecnica, anche lì, che puoi adoperare per osservare il dolore.
Supponiamo che io abbia banalmente un torcicollo. Il torcicollo può essere anche molto doloroso, in realtà.Ecco: io posso osservare il torcicollo e cominciare ad esempio a dire:
“Se avesse un colore, questo torcicollo, che colore sarebbe?”
Se avesse una forma, che forma sarebbe?
Se avesse una sostanza, di che sostanza sarebbe?
Insomma: comincio a osservarlo con degli occhi non immedesimati nel dolore.
Però non fuggo il dolore. Non lo nascondo sotto terra. Non ci faccio a braccio di ferro.
Lo osservo per quello che è.
Dopo un po’ mi dico:
“Ma ha la stessa forma di prima? È cambiato qualcosa?”
Insomma, continuo a osservare questo dolore e posso notare che ci sono delle differenze.
Questa osservazione del dolore già aiuta a mitigare il dolore.E questa è anche un’altra tecnica che, come vedi, può accompagnarsi in un periodo non di facili modalità.
Le Quattro Dimore Sublimi: tecniche avanzate di benessere mentale
Poi ci sono delle tecniche un pochino più avanzate, molto potenti.
Provo ad accennarne qualcuna: lì meriterebbero ovviamente degli altri approfondimenti.
Ma essendo un pochino più avanzate, magari sono anche meno concrete.
Te ne parlo solo perché, se hai occasione di approfondirle o se le conosci già, le puoi usare.
Altrimenti ti dico comunque qual è il meccanismo che c’è dietro, che magari apre degli spiragli di opportunità.
Quindi comunque te ne parlo, eh.
Le Quattro Dimore Sublimi secondo il Buddha
Ci sono quattro tecniche, per esempio, che Buddha suggeriva e che chiamava “grandi dimore sublimi”, o “stati mentali sublimi”.
Sono:
-
La gentilezza amorevole, detta da Buddha Metta
-
La compassione (di cui parleremo più approfonditamente)
-
La gioia, una gioia compartecipata — quindi non una gioia solo egoica, ma per tutti gli esseri
-
L’equanimità, cioè l’equilibrio
Qui trovi il più completo Corso sulle 4 Dimori sublimi
(Benevolenza, Compassione, Gioia, Equilibrio):
https://comemeditare.it/4dimore
Prendiamo quest’ultima: l’equilibrio.
Sono tutte sorelle di questa Metta, di questa benevolenza.
L’equanimità come accoglienza della vita
La benevolenza cos’è?
Quando io dico: “Che io sia felice. Che tu sia felice.”
Un pensiero gentile. Mandare un pensiero gentile.
Queste sono tutte sorelle di questa prima pratica, che è appunto quella di Metta, della benevolenza, una delle quattro pratiche.
L’equanimità, l’equilibrio, si tratta di sviluppare questa attitudine a dire:
“Ok, ognuno di noi ha una vita fatta di alti e bassi.”
Tutte le vite sono fatte di alti e bassi, eh. A me, ai miei cari, alle persone che conosco, anche neutre, persino alle persone con cui ho avuto delle difficoltà.
Tutti noi abbiamo degli alti e bassi. È così che va la vita.
Accogliere. Cercare di scartare il bello o il brutto significa scartare la vita stessa.
Accogliere la vita nella sua totalità ci dà equilibrio.
E questa è una tecnica. Non ne entro troppo nel particolare, perché — quindi lascio la suggestione — ma…
La compassione come pratica meditativa
…vorrei invece spendere due parole in più su un’altra tecnica — anzi, altre due in realtà — che girano intorno alla compassione.
Una è sempre suggerita in queste quattro Dimore Sublimi, chiamate da Buddha Brahmavihāra,
e l’altra invece è una tecnica tibetana, di cui parleremo brevemente alla fine.
Che cos’è la meditazione della compassione
Parliamo invece di compassione: che cos’è la compassione?
In che cosa consiste questa meditazione della compassione?
Si tratta di prendere questo pensiero gentile:
“Che io sia felice e che tu sia felice”,
e di rivolgerlo verso la sofferenza.
La sofferenza mia, delle mie persone care, delle persone neutre, delle persone con cui ho maggiori difficoltà.
È augurare a tutti gli esseri che stanno soffrendo di trovare un po’ di sollievo:
“Che io sia felice e libero dalla sofferenza, e che tu sia felice e libero dalla sofferenza.”
Gli effetti della compassione sul nostro stato interiore
La magia che succede attraverso l’energia della compassione, che è quella che emerge quando io mi preoccupo — mi occupo — della sofferenza degli altri,
è che se prima noi siamo chiusi nella nostra sofferenza, nelle nostre difficoltà:
“Me misero, me tapino, solo a me succedono queste cose”,
io tendo a drammatizzare la situazione, che magari ha una sua drammaticità oggettiva,
ma tendo ad amplificarla.
Quando invece io mi sposto — sposto il mio focus — sulla sofferenza che c’è nel mondo,
divento meno egoico, si sviluppa questa compassione,
e anche il mio stato si alleggerisce.
Se io penso a quanta sofferenza c’è intorno a me
e mi rendo conto che, nella sfortuna — e lo dico in un contesto ospedaliero —
forse sono più fortunato di quanto immagino…
E questo relativizza molto.
Quindi, la compassione — l’energia della compassione — relativizza molto.
Tonglen: una tecnica tibetana di trasformazione
C’è un’ultima tecnica di compassione, sviluppata soprattutto in ambito tibetano,
di cui faccio solo un cenno breve, perché la ritengo un po’ più delicata se non la conosci già e se non sei avvezzo alle meditazioni tibetane.
È quella che i tibetani chiamano Tonglen, del ricevere e dare.
Dove la sofferenza degli altri diventa addirittura una materia prima da assorbire,
per “bruciare” in qualche modo gli aspetti più egoici di noi stessi
e restituire luce e amorevolezza a tutti gli esseri che stanno soffrendo.
È una tecnica estremamente potente, ma un pochino più delicata.
Tornare alle basi: il respiro e la centratura
Quindi, se lo scopo è quello di stare con quello che c’è,
io suggerisco di ritornare semplicemente alle basi della meditazione
e recuperare quanta più energia possibile attraverso la focalizzazione sul respiro.
E laddove possibile, essere il più centrati possibile,
accettando il momento presente per quello che è.
Il momento presente come spazio di vita e opportunità
Il momento presente offre sempre delle opportunità.
Nel momento presente ci sono delle opportunità.
Non ci saranno quelle che desideriamo con la mente, ma ci sono.
C’è vita.
C’è la possibilità di vivere l’esperienza nel momento presente e goderne.
Ed ecco che in qualche modo siamo chiamati a vivere la vita fino a ogni ultimo istante.
E la presenza mentale ci aiuta a goderne appieno.
Un augurio di felicità universale
Spero di essere stato il più concreto possibile
e di aver dato, in un lasso di tempo relativamente breve — vedo già che segna diversi minuti —
degli strumenti il più chiaro, utile e di sostegno in un momento di difficoltà.
Che tu sia felice.
E che tutti gli esseri siano felici.
Guarda il Video – meditazione per affrontare la malattia
qui trovi il corso base di meditazione vipassana:
www.comemeditare.it/vipassana
Qui trovi il più completo Corso sulle 4 Dimori sublimi (Benevolenza, Compassione, Gioia, Equilibrio):
https://comemeditare.it/4dimore
qui trovi il corso avanzato di consapevolezza:
www.comemeditare.it/corsoavanzato
qui trovi il corso “meditazione per indaffarati” 7 minuti al giorno per una vita serena e consapevole
www.meditazioneperindaffarati.it
Sostieni il Blog e fai una donazione
anche un “caffè” o una “pizza” possono esser di aiuto
Se vuoi saperne di più su come fare i sogni lucidi e partecipare (eventualmente) ad una classe per imparare a farli, clicca qui:
https://comemeditare.it/sognilucidi
Trovi la Pratica dell’equanimità o equilibrio (Upekkha) nel corso sulle 4 Dimore Sublimi:
https://comemeditare.it/corsi/4dimore-presentazione/
Trovi il Corso sulla pratica di Benevolenza (metta) qui:
https://comemeditare.it/metta
torna alla Homepage per istruzioni semplici su come meditare:
https://comemeditare.it/
Caro Claudio, malgrado non abbia mai fatto un corso tuo, ti seguo sempre e so che sei in ospedale da un po’. Non perdo mai una delle tue email. Ti auguro di guarire presto e di attraversare il momento come ci insegni. Luce a tutte le persone che soffrono in questo momento. Che tu sia felice e che tutti gli esseri siano felici.
grazie di cuore Selenia! Che tutti gli esseri siano felici e liberi dalla sofferenza
Ciao Claudio! Auguri e lasciati andare! come ci hai insegnato. come l’abitudine buddista io prego per il mio maestro! coraggio!!!
Grazie Sergio
Ciao Claudio, ho visto il tuo video, mi dispiace molto vederti soffrire in ospedale, nonostante ciò riesci ad essere sempre positivo,
ti auguro una veloce e sana guarigione.
Ciao, Pina
grazie Pina 🙏